Lo scorso 15 maggio, presso Villa Erba a Cernobbio, sul lago di Como, si è tenuto l’evento “Dalla pianura alle Alpi” nell’ambito di Looking4 (Atlante partecipativo dei bisogni e delle risorse delle comunità di domani), organizzato da Fondazione Cariplo in occasione dei 30 anni dalla fondazione, volto a tracciare anche le linee di investimento future, mirate principalmente alla valorizzazione del territorio naturale, sociale ed economico, di fronte alla sfida del riscaldamento globale.
Nell’ambito di questo evento, tra i quindici progetti emblematici selezionati fra Lombardia, novarese e VCO, è stato scelto anche il “Progetto Filiera Eco-Alimentare – Valorizzazione delle carni da selvaggina nei territori alpini”, uno dei primi progetti in Italia volto a rendere sostenibile il controllo e la commercializzazione delle carni di selvaggina, come best-practice a livello ambientale.
Il progetto, sviluppato sotto il coordinamento di Ars.Uni.VCO, con il partenariato dell’Università Statale di Milano (Dip. Divas) e dell’Unione Alta Ossola, in collaborazione con i Comprensori Alpini della zona, si è distinto per l’originalità della proposta: valorizzare una realtà esistente, gestire un problema, utilizzare una risorsa rinnovabile e di alta qualità per creare economia, ridurre l’impronta climatica, portare la filiera delle carni da selvaggina nei binari delle norme igienico-sanitarie e generare una ricaduta economica sul territorio.
A presentare il progetto Roberto Viganò, responsabile scientifico del Comitato di Filiera, che ha ricordato come il progetto si sia proposto di: risolvere un problema di gestione degli animali selvatici formando i cacciatori in una logica di etica venatoria e benessere animale, i macellai a ritirare i prodotti di filiera locale, ed i ristoratori nel valorizzarne le qualità delle carni di selvaggina con una cucina innovativa, ampliando l’attuale offerta agroalimentare.
Ha proseguito poi illustrando le modalità di valorizzazione delle carni di selvaggina locale, inserite in un circuito economico normato, di benessere animale, libero e non prigioniero di allevamenti intensivi, con un’impronta ecologica di minor impatto rispetto ad ogni tipologia di allevamento e dell’importante ricaduta economica sul territorio: trasformazione, minori importazioni, sostenibilità, controllo delle popolazioni selvatiche, diminuzione dei contenziosi e dei danni, offerta ristorativa originale, tipica e a chilometro zero.
Questa presentazione riassume il lavoro iniziato nel 2015 ed attivo ancora oggi grazie all’attività del comitato tecnico-scientifico guidato da Marcello Maffeis e Eugenio Demartini, e composto da Giorgio Berini, Massimo Bernardini, Ugo Facciola, Anna Gaviglio, Riccardo Milan, Stefano Puliani, Massimo Sartoretti e Matteo Sormani.